La tecnologia, oggi, è diventata uno strumento fondamentale nella vita quotidiana di ogni famiglia. Lo dimostrano le nostre abitudini, che ci spingono a usare sempre più spesso cellulari, tablet e pc.
Questi comportamenti, considerati ormai normali, caratterizzano non solo la quotidianità degli adulti e dei giovani, ma anche quella di tanti bambini.
L’età media di utilizzo dello smartphone si sta abbassando sempre di più e i pediatri sono concordi nel dire che, purtroppo, gli strumenti digitali possono rappresentare un rischio per i bambini piccoli.
A quale età bisognerebbe avvicinare i propri figli al mondo digitale? E quale sono i danni legati a un’esposizione prolungata a cellulari e tablet?
Rapporto tra bambini piccoli e tecnologia: cosa raccomanda la Scienza?
I progressi tecnologici hanno permesso di realizzare importanti strumenti di comunicazione e apprendimento, i quali offrono molteplici opportunità sia agli adulti che ai giovani. Sfortunatamente negli ultimi anni, e in particolare con la pandemia di Covid, l’uso della tecnologia si è trasformato in abuso, tanto diversi enti scientifici, tra cui la SIP (Società Italiana Pediatria), hanno iniziato a fornire raccomandazioni precise in merito all’avvicinamento al digitale dei più piccoli.
La Scienza non vuole escludere lo strumento digitale dalla vita dei bambini, anche perché attualmente sarebbe impossibile, essendo esso ormai parte integrante della vita sociale di ogni persona.
Consiglia invece di posticipare il più possibile l’uso dei media service, evitando di impiegarli come accessori per “far stare tranquilli i figli”.
I più piccoli, che sono molto attratti dagli schermi touch screen e dai giochi interattivi, inoltre, dovrebbero essere accompagnati dai genitori nell’uso limitato e più educativo di questi strumenti.
Telefonini e tablet: quali conseguenze portano ai bambini piccoli?
Numerosi studi hanno dimostrato che i bambini piccoli che stanno frequentemente davanti a uno schermo, ma anche quelli più grandi e gli adolescenti, sviluppano più facilmente alcuni disturbi comportamentali come il ritardo nel linguaggio e la frustrazione. In particolare, è stato analizzato che i piccoli che vengono lasciati soli con i media device tendono a correre i seguenti rischi:
● Obesità: l’uso degli smartphone e delle console contribuisce alla sedentarietà del bambino e riduce al minimo una sana e adeguata attività fisica;
● Insonnia: come negli adulti, anche i bambini esposti a lungo agli schermi alla sera sono eccessivamente stimolati e, conseguentemente, trascurano il riposo;
● Dipendenza dalla tecnologia: l’abuso spesso porta alla dipendenza e il bambino è ancora più esposto a questo rischio, non avendo in mano gli strumenti adatti per porre da solo, a se stesso, dei limiti;
● Incapacità di concentrarsi: impulsività e ritardo nell’apprendimento;
● Danni alla vista: la luce blu degli schermi non fa riposare gli occhi e può causare la sindrome da visione al computer;
● Radiazioni: l’OMS ha definito i cellulari un rischio di categoria 2B,e quindi “sospetto cancerogeno umano”. Nonostante la mancanza di evidenze ufficiali, è bene non esporre eccessivamente i più piccoli a questi dispositivi;
● Problemi nei rapporti sociali: gli strumenti tecnologici favoriscono l’isolamento e privano i bambini di quell’importante e quasi naturale creazione di legami con i propri coetanei.
Qual è l’età giusta per usare gli strumenti tecnologici?
Molti pediatri concordano nell’affermare che l’età più critica è quella che precede gli anni della scuola materna. Fino ai 2 o 3 anni, infatti, i bambini tendono a focalizzare tutta la loro attenzione sui device tecnologici, essendo essi pensati proprio per “tenere incollati allo schermo”. I genitori, non sapendo come tranquillizzare i figli e avendo molti impegni, tante volte usano i cellulari e smartphone come distrazioni, lasciando soli i piccoli con questi strumenti.
In tanti sconsigliano, quindi, di esporre i bambini a questi strumenti prima dei 2 anni.
Per i più grandi, è necessario porre dei limiti e allontanare i device al momento dei pasti e prima di andare a dormire. Per chi ha un’età compresa tra i 2 e i 5 anni, è suggerito un’esposizione che non superi l’ora al giorno. Dai 5 agli 8 anni, invece, si può arrivare a 2 ore.
Naturalmente queste sono linee guida generiche e nel mondo scientifico vi sono ancora dibattiti al riguardo.
L’importante è agire con giudizio, non lasciare da soli i bambini con gli strumenti tecnologici ed evitare il più possibile la creazione di una dipendenza. Un genitore che offre un buon esempio e usa poco lo smartphone, inoltre, riesce più facilmente a iniziare i propri figli a delle corrette abitudini quotidiane.